Manifesto per una scienza post-materialista: riflessioni critiche

 

 

PATRIZIO PERRELLA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 01 aprile 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: DISCUSSIONE CRITICA]

 

Il “Manifesto for a Post-Materialist Science” è il resoconto di un summit tenutosi nel febbraio 2014 in Arizona, organizzato da Beauregard e Schwartz dell’Università dell’Arizona con Lisa Miller della Columbia University (v. NOTULE del 25-03-2017). Questo documento propone all’attenzione della comunità scientifica internazionale la necessità di un cambiamento nella visione della scienza incentrato sul superamento del materialismo scientifico e del riduzionismo. Alcuni soci di BM&L Italia, interessati a questo tipo di approccio, hanno voluto approfondire la lettura di questo testo rilevandone, però, alcuni punti deboli.

Di seguito si riportano, per punti, alcune considerazioni emerse da questa lettura critica.

Nei primi quattro punti del manifesto vengono descritte le ragioni dell’affermarsi e consolidarsi del materialismo scientifico dall’Ottocento ad oggi. Quest’analisi, a nostro avviso, viene sviluppata in maniera un po’ ingenua offrendo il fianco alle critiche. Al punto 1, ad esempio, il Materialismo viene introdotto come “un’assunzione strettamente connessa con la fisica classica” e, di seguito, il Riduzionismo viene descritto come un’ulteriore “assunzione correlata al Materialismo”. La totale assenza di riferimenti al pensiero filosofico e alla filosofia della scienza in relazione a questi temi rende deboli le argomentazioni sostenute che, sebbene ragionevoli e condivisibili, finiscono per apparire considerazioni arbitrarie svolte solo alla luce del buon senso.

Al punto 7 si fa riferimento ad alcuni concetti nati nel ‘900, in seno alla meccanica quantistica, riportandoli come evidenza dei limiti del materialismo scientifico. Nel far ciò però, a nostro avviso, si commettono vari errori concettuali e di livello.

Riportiamo innanzitutto un estratto di tale punto del manifesto.

Al punto 7 si legge, a proposito delle particelle subatomiche, che “esse non esistono con certezza in una localizzazione spaziale definita ed in un tempo definito”. Inoltre si afferma che “la meccanica quantistica ha introdotto esplicitamente la mente nella sua struttura concettuale di base dal momento che è stato scoperto che le particelle osservate e l’osservatore – il fisico e il metodo usato per l’osservazione – sono collegati. Secondo un’interpretazione della meccanica quantistica questo fenomeno implica che la coscienza dell’osservatore sia vitale per l’esistenza dell’evento fisico osservato e che gli eventi mentali possono agire sul mondo fisico.” E, in conclusione, si afferma che “questi risultati suggeriscono che il mondo fisico non è più la componente primaria o unica della realtà e che non può essere pienamente compreso senza fare riferimento alla mente”.

Di seguito qualche nostra breve considerazione su queste affermazioni.

Il primo concetto richiamato è il principio di indeterminazione di Heisenberg che afferma che è impossibile conoscere simultaneamente con precisione sia il momento sia la posizione di una particella. Tale principio mostra una interconnessione fra grandezze misurabili che, ad un certo livello della materia, risultano non più indipendenti. Conseguenza più diretta di ciò è una interessante questione epistemologica sulla misurabilità. Si tratta però eventualmente di un limite del modello teorico, sicuramente non una prova dell’esistenza di “qualcosa che non sia materia” come, invece, sembra si voglia intendere nel manifesto.

Si fa poi riferimento al concetto di osservatore ed al problema delle perturbazioni dell’oggetto della misura.

Il concetto di osservatore in fisica è una convenzione. L’interdipendenza fra osservatore e particella osservata ci da un’informazione relativa ad una proprietà della particella rispetto al modello della meccanica quantistica, non una “proprietà” del fisico che conduce l’esperimento, né tantomeno della sua mente o della sua coscienza. Se così non fosse staremmo commettendo un errore di livello.

Per avere un’idea di questa tipologia di errori di livello basti pensare al paradosso del gatto di Schrödinger. Questo paradosso illustra una proprietà del mondo subatomico che a livello macroscopico risulterebbe contraddittoria. Il gatto, che appartiene al livello macroscopico, è appunto l’indicatore tangibile dell’aspetto paradossale, il paradosso è che il gatto, nell’esperimento mentale ideato da Erwin Schrödinger nel 1935, risulta simultaneamente vivo e morto. E’ evidente che il paradosso di Schrödinger non serve a dimostrare che esistano gatti simultaneamente vivi e morti.

Continuando a leggere il manifesto troviamo che al punto 9 si fa riferimento ai cosiddetti fenomeni parapsicologici, come ulteriore prova della necessità di superare la visione materialista nella scienza. Non si fornisce, però, alcun riferimento a studi e verifiche sperimentali che possano accreditare qualche caso concreto. A nostro avviso l’estensione al paranormale non è pertinente in questo contesto e rischia di discreditare l’intero documento.

Un analogo discorso vale per il punto 11 dove si fa riferimento ai medium.

Inoltre, sempre al punto 11, avendo fatto riferimento a medium intesi come persone in grado di comunicare con defunti, si afferma che ciò “supporta la conclusione che la mente può esistere separata dal cervello”. Questa affermazione non viene però in alcun modo argomentata. In più qui, come in altri passaggi del documento, la parola “mente” sembra usata piuttosto come sinonimo di “anima”.

Infine, al punto 15 vengono fornite le definizioni alla base del paradigma post-materialista.

Rimandando il lettore al testo originale, qui di seguito riportiamo solo due definizioni alle quali abbiamo voluto riferire qualche nostra considerazione.

a: la mente rappresenta un aspetto della realtà tanto primordiale quanto il mondo fisico. La mente è fondamentale nell’universo, cioè non può essere derivata dalla materia e ridotta a niente di più elementare”.

d: le menti sono apparentemente illimitate e possono unirsi in modi tali da suggerire un’unica mente unitaria che includa tute le singole menti individuali”.

Come si può notare dalle asserzioni a e d prese ad esempio, il punto 15 presenta il paradigma post-materialista mediante affermazioni non argomentate introdotte come una sorta di assiomi di una teoria matematica. Se per alcune, come ad esempio per la a, si riconosce quantomeno una coerenza con concetti che, sebbene non siano stati dimostrati, ricorrono nei punti precedenti del testo; altre, come la d, sembrano introdotte in maniera totalmente arbitraria.

 

L’autore della nota invita alla lettura di scritti di argomento connesso (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

Patrizio Perrella

BM&L-01 aprile 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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